…..Dapprima le case si sono addensate attorno alle fortificazioni e alla chiesa, poi, col tempo, altre contrade sparse si sono aggiunte e collegate fra loro man mano che i terreni venivano frazionati e vi si stabilivano i nuovi proprietari.
Le abitazioni dei Ceretesi facoltosi, delle più nobili e antiche famiglie erano «quasi palagi» con asimmetrici archi poggiati su più ordini di colonne, a sostegno di portici e di loggiati serviti da ampi scaloni in pietra, stanze e sale spaziose e affrescate, soffitti a cassettoni, portoni dai robusti catenacci, architravi lavorati e impreziositi da stemmi.
Nelle case nobiliari il focolare era enorme, con una cappa maestosa, realizzato con materiale scelto e ben attrezzato. La canna fumaria veniva ricavata nel corpo stesso del muro perimetrale o della tramezza, in corrispondenza del focolare, e terminava sul tetto con comignoli di dimensioni piuttosto notevoli e dalle forme estrose (un esempio di questa creatività si può ammirare nelle mini-torrette della settecentesca casa parrocchiale di Cerete Alto).
Le altre abitazioni, quelle comuni, rispecchiavano nelle loro strutture le esigenze proprie dei contadini che volevano al riparo, con loro, anche gli animali e i prodotti dei campi.
Attorno alla casa doveva esserci lo spazio per l’aia («l’era») che doveva essere dotata di pozzo o fontana con acqua sorgiva, per l’orto e il pollaio; all’interno della costruzione, il portico, la loggia, il solaio e il granaio dovevano essere ampi e funzionali. Poco importava se poi le stanze riservate al proprietario non rispettavano quasi mai ordinate regole geometriche e volumetriche.
La volta, quasi sempre, era l’elemento di carattere statico che teneva insieme la casa, costituita generalmente dalla cucina, dalla cantina e dalla stalla.
Particolare cura richiedeva la stalla, perché dal suo buon funzionamento dipendeva il benessere della famiglia. In quei tempi, nelle famiglie contadine circolavano ben pochi soldi ma chi disponeva di bestiame era considerato benestante, perché aveva «un capitale potenziale» di cui disporre.
La stalla assolveva anche un’altra funzione e non secondaria: assicurava il caldo nella stagione invernale, un caldo che non costava nulla, il calore fornito dagli animali. Così, oltre ad essere il luogo dove si produceva reddito, diventava il punto più caldo dell’abitazione e ciò la trasformò naturalmente in un luogo di aggregazione. A volte veniva preferita addirittura al focolare domestico poiché disponeva di più spazio utile e non obbligava ad un “certo decoro”.
L’illuminazione era affidata soprattutto alle candele, ritenute allora preziosissime, segno di ricchezza.
Quando servivano all’illuminazione degli esterni, le candele, poste sotto: portici e nei loggiati, venivano conficcate su uncini di ferro battuto, muniti di un bordo rialzato e applicati alle colonne, appena sotto i capitelli (se ne vedono ancora in alcune abitazioni).
A questo scopo potevano venire utilizzate anche le lanterne a petrolio e i piccoli lumi a olio nei quali navigavano gli stoppini.
Per poter contenere la dispersione di calore le finestre erano piccole e poco numerose; per motivi di sicurezza spesso venivano chiuse con robuste inferriate. Ogni finestrella si apriva nell’interno del muro, allargandosi a forma di tronco piramidale.
Per costruire i muri si usavano pietre e sabbia locali. Anche la calce veniva preparata sul posto dai costruttori e cotta nelle calchere della zona.
Per le logge, i solai, i tetti, i soffitti e a volte anche i parapetti, si faceva, invece, largo uso del legno. I motivi ornamentali lignei dei loggiati davano un tocco estetico all’insieme e ben esprimevano il gusto e la fantasia dell’ideatore.
La copertura del tetto veniva fatta con coppi. La gente di Cerete sostiene che i coppi provenivano da una fornace anticamente esistente in Cerete Basso. Nei documenti, però, si parla di fabbriche vicine o di fornaci di Sovere e non locali.
Le dimore più antiche di Cerete sono datate intorno al 1400. C’è da supporre che muri e vani di parecchie antichissime abitazioni, ancora in buone condizioni, siano stati accostati o incorporati in nuove strutture, poiché, non di rado, demolendo vecchi stabili, gli operai si sono trovati di fronte a sorprendenti sovrapposizioni di epoche diverse.
Qui di seguito viene riportata la descrizione originale di alcune di queste case pluricentenarie:
Anno 1559
Modo spiccio di descrivere una casa:15
casa copata – solerata – cilterata -porticata – corticata… curtiva – hortiva et broliva.
Anno 1838
Relazione di stima di una casa di proprietà della Fabbriceria parrocchiale di Cerete Alto.
La casa è ubicata nella contrada detta di Nembergallo, nel centro del paese, fornita di un piccolo appezzamento di terreno ortalizio, cinto da muri. Si trova al civico n. 57, tabella censuaria n. 119. Censita scudi 31.
A levante e tramontana incesso a muri […] a mezzogiorno strada comunale.
A ponente, incesso a pane, per Giacomo Rossi a muro comune divisorio.
Accedesi a questa casa sul lato di levante mediante porta con spalle ad arco di crespone, chiusa da serramento a due ante e consiste al piano terreno in aia battitoria con pavimento a rizzo. A mezzodì della quale avvi una stalla, con pavimento naturale, soffitto a placche. Uscio chiuso da due ante doppie. Sottoportico a soffitta.
Uscio contornato in sarnico chiuso da due ante d’accesso a una cucina con pavimento in cotto, a volta. Uscio di crespone, chiuso come sopra, d’accesso in un fondaco con pavimento a rizzo, a volta. Uscio simile, mittente ad altra stalla con pavimento a volta come sopra.
Scala in legno mittente al primo piano superiore e prima ad una loggia in asso. Uscio con contorno di crespone, chiuso da serramento in cattivo stato, d’accesso ad una stanza da letto con pavimento in astrico, soffitto d’assi e travi in cattivo essere con fenestre con inferriata.
Altra camera simile. Altra sul lato di mezzodì, con due fenestre con inferriata. Scala in legno che porta al secondo piano superiore ove trovasi una camera costituita da assi usate, solaio e tetto ricoperto con legname e tegole in stato non troppo buono.
Risulta del valore reale, capitale depurato, di austriache L. 406 e centesimi 80, unitamente al seguente pezzo di terreno: terreno ortivo – confina a levante col beneficio parrocchiale di Cerete Alto a muro compreso e divisorio – A mezzodì, incesso comune – A ponente Antonia e sorelle Ferri, mediante siepe viva – A tramontana eredi Novali, mediante siepe viva.
Via Roma, 7
24020 Cerete (BG)
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