Cappella dell’Annunciata o Cappella Marinoni

La Cappella dell’Annunciata si può ammirare nel centro storico di Cerete Alto, rivolge la propria facciata (con affreschi di epoche diverse) su Piazza Martini della Liberta.

La storia

La storia di questo edificio sacro inizia il 20 giugno 1483 con una disposizione testamentaria di Giovanni Marinoni fu Fedrighino, di Cerete. Costui, prima di morire, lascia agli eredi l’obbligo di far costruire una cappella nella contrada di Rovario, in Cerete Alto, a monte della chiesa già esistente, dedicate ai Santi Apostoli Filippo e Giacomo.
La chiesa parrocchiale avrebbe incorporato questa cappella. Giovanni vuole che la Cappella venga intitolata alla Vergine Annunciate e dotata di tre tombe per i membri del suo casato.

Il corpo di fabbrica

L’edificio, situato a nord della vecchia chiesa parrocchiale, demolita nel 1725, è costituito da due ambienti distinti, ma comunicanti; L’aula principale, con pianta quasi quadrata ed un’altezza di m. 6,60 ed una sagrestia, con pianta rettangolare, con un pavimento più alto di 27 cm rispetto a quello adiacente ed un’altezza massima interna di m.4,80.
La sagrestia riceve luce da due finestre: quella sulla parete nord, forse originaria, è stata ripristinata solo con il restauro degli anni Ottanta.

Nella Cappella si notano tre finestre ed una lunetta; probabilmente, però quando venne edificata, oltre l’arcone che la inseriva nella parrocchiale, non c’erano aperture. Anche le aperture d’accesso alla sagrestia vennero aperte in anni successivi.
La copertura dei due ambienti è con volte a crociera.
Completa la costruzione il campanile dell’antica chiesa quattrocentesca, situato sul lato destro della Cappella. Tutto l’edificio e stato costruito con l’impiego di materiale locale. Oggi, tutto I’insieme possiede un rilevante valore monumentale, che viene accentuato dal fatto di essere ubicato nella piazza principale del paese, luogo certamente suggestivo per i resti della chiesa originaria (si puo fare riferimento, ad esempio, all’affresco della Crocifissione, che faceva parte del primo altare della suddetta chiesa) e per le facciate delle case che ne formano il perimetro originario, conservate, per la maggior parte, con la struttura e la planimetria originarie.
Dal 1688, fino al 1725, l’altare dell’Annunciata diventa anche l’altare maggiore della vecchia parrocchiale in Rovario.
Quando nel 1736 viene consacrata la nuova chiesa parrocchiale per la Cappella Marinoni comincia un lento ma progressivo decadimento sia strutturale che nell’utilizzo.
Dopo il 1810, dopo l’inaugurazione in quell’anno del nuovo cimitero, nessuna salma viene più tumulata all’interno della cappella gentilizia.
II degrado continua fino ai giorni nostri e solo nel 1983, iniziò un restauro che ha lavorato soprattutto sugli affreschi e che ci ha restituito alla Cappella la dignità che si merita.

Le opere

Esterno
Sulla facciata sono presenti dipinti di epoche diverse. Un grande arco, a sesto acuto riprende l’originaria apertura verso l’antica chiesa parrocchiale e porta incise delle lettere e parte dell’Ave Maria. Ai lati del grande arco sono affrescate due piccole arcate, a sesto acuto, asimmetriche rispetto all’asse mediano. A sinistra si possono riconoscere un Vescovo con campanello e San Bernardino da Siena con il suo attributo, il monogramma di Cristo. Sopra la cuspide dell’arco centrale si può notare il primo dipinto dell’Annunciazione con in basso lo stemma dei Marinoni. Nel timpano è raffigurato Dio Padre. Ai lati, in quattro edicole simmetriche, sono rappresentati S. Antonio da Padova e S. Rocco a sinistra, mentre a destra San Sebastiano e Santa Caterina d’Alessandria. L’architettura è scandita da colonne ioniche con il frontone a motivi floreali, alternati a busti inseriti in medaglioni.
Nella parte tamponata, sopra la porta d’ingresso attuale, si può osservare un secondo dipinto dell’Annunciazione, naturalmente eseguito molti anni dopo..

Interno
Internamente, nell’aula principale, gli affreschi sono cosi disposti:

Parete ovest:
(un ciclo di “Storie” distribuito su due livelli):dall’alto a sinistra: Nascita della Vergine – Sua presentazione al tempio – Sposalizio con San Giuseppe.

Parete est:
dall’alto: Adorazione dei Magi.
Sotto: San Giacomo, il minore, secondo titolare della chiesa Un vescovo (forse San Narno?) – La “Dormitio Virginis”, la morte della Vergine.

Parete nord:
Nel piano superiore: a sinistra: Ia Madonna, S. Anna, il Bambino Gesù;
a destra: la Madonna con gli Apostoli; al centro: l’Assunzione di Maria
Nel piano inferiore: a sinistra: San Pietro, a destra: San Paolo.
Al centro: due candelabre che separavano dal resto del ciclo affrescato la pala dell’ altare : una tela di Antonio Cifrondi, pittore clusonese, rappresentante I’Annunciata, racchiusa in una bella cornice lignea con lo stemma dei Marinoni e rami di rovere intagliati alla base, della bottega Fantoni. La pala con la cornice è scomparsa qualche decina di anni fa. Un’altra cornice con fregi a motivi geometrici ed una grottesca separano i due piani. Sulle vele della volta sono dipinti i quattro evangelisti con i loro simboli e i Padri della Chiesa.

Alla base dei pennacchi, alternati a stemmi araldici, piccoli cerchi, tagliati nella parte alto da una linea orizzontale e sormontati da una croce, riportano, nella parte inferiore, le iniziali dei committenti della Cappella. I costoloni della volta sono messi in risalto da una decorazione a “candelabre”.

Nel sottarco centrale il restauro ha riportato alla luce altri preziosi dipinti ben conservati; sotto cinque dei dieci personaggi biblici riscoperti sono segnati i nomi: Jonatas, David, Salomon, Isaias.

Nella sagrestia, sulla parete est, nella trifora mediana: al centro la Madonna del latte con tre corone sospese sulla testa e, ai lati, due martini, forse San Quirino e San Lorenzo (o S. Vincenzo). Nell’edicola a sinistra: S. Antonio Abate; in quella di destra: S. Eligio.

Sulla parete nord, sopra l’apertura originaria, una Pietà.

La parete ovest, come la nord, è delimitata ai lati da pilastri che terminano in alto con un arco a sesto acuto. Non contiene affreschi.

Anche la volta della sagrestia, come quella della Cappella, ha costoloni decorati a candelabre; al culmine quattro sibille che mostrano sui filatteri il motto: “solo Cristo mantiene promessa”.

Lungo le pareti a circa m. 1,50 di altezza, limitata da un bordo ad elementi geometrici, doveva esistere una zoccolatura, quasi una finta tappezzeria arabescata.

Rilevanze artistiche

Questi affreschi,sono uno dei più interessanti cicli pittorici bergamaschi del primo cinquecento.
Si possono individuare, almeno tre pittori diversi che, verosimilmente, potevano operare nell’ambito di una stessa bottega.

Il primo di questi “Maestri di Cerete” mostra una conoscenza approfondita della tecnica pittorica di Vincenzo Foppa e dell’ambiente artistico bresciano in generale. Si potrebbe pensare ad una sua formazione artistica nella bottega dello stesso Maestro bresciano.

Un secondo artista, forse di minore importanza, potrebbe essersi ispirato ad una delle fasi pittoriche di Giovan Pietro da Cemmo e, meglio ancora, alla cultura artistica dell’Alto Lago di Como con spiccate caratteristiche provinciali.

Un terzo artista ha raggiunto, nell’esecuzione delle figure isolate dei santi, un risultato qualitativamente inferiore rispetto agli altri due.

Comunque, diversi esperti concordano sul fatto che questi affreschi sono già “pienamente rinascimentali”, soprattutto per il fatto che l’autore (o gli autori) mostrano di conoscere ed “usare” completamente la prospettiva scientifica, una delle “caratteristiche” fondamentali dell’arte rinascimentale.

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